Ricordo di Margherita Hack
“Quando nell’ottobre del 1996 s’inaugurò la sede di via della Fontana, ricovero per gatti, la madrina fu, ovviamente, Margherita Hack.”

Andro Merkù con Margherita Hack, MiciAmici 2007, Trieste.
Parlare di Margherita Hack, a dieci giorni della sua scomparsa, è molto difficile. Com’era prevedibile la stampa s’è impadronita della notizia della morte, e sono stati versati fiumi di parole, per cercare di descrivere questa donna dalla biografia eccezionale, e dalla grande facilità di comunicazione. Infatti, Margherita Hack, astrofisica di fama mondiale, arrivava all’intelletto degli studiosi, come al cuore della gente, grazie all’immediatezza del suo linguaggio, supportato da un’intelligenza superiore, che rifiutava un mero sfoggio di sapere.
La sua visione della vita era assolutamente personale e libera da pregiudizi, e questo la rendeva unica. Sempre spontanea, conquistava per la sua coerenza intellettuale, riconosciutale anche dai pochi detrattori. I dibattiti a cui partecipava erano sempre fonte d’arricchimento, sia culturale che umano, mai agressiva, liquidava le eventuali contestazioni con battute lapidarie, arricchite dalla parlata toscana.
Io conobbi Margherita Hack agli albori degli anni ’90, quando partecipava a manifestazioni pro animali, organizzate da Miranda Rotteri, la cronista paladina degli animali, con la quale avevo un rapporto di stretta amicizia.
Queste due grandi donne erano politicamente schierate su fronti diametralmente opposti, eppure sembravano sorelle nel propagandare l’amore e il rispetto per gli animali, e questo è stato uno degli insegnamenti guida per la gestione del Gattile. Se la politica è indispensabile per il vivere civile, non c’entra affatto con l’amore per gli animali, sentimento senza limitazioni d’alcun genere.
Quando nell’ottobre del 1996 s’inaugurò la sede di via della Fontana, quale ricovero di gatti in pericolo di sopravvivenza, la madrina fu, ovviamente, Margherita Hack.
Da allora lei è stata per il Gattile un porto sicuro, il luogo dove rifugiarsi in caso di bufera.
Non dimenticherò mai la telefonata che le feci, su suggerimento di Miranda, per invitarla a fondare la nostra associazione. Io ero titubante e intimidito, e lei rispose con spontaneità sorprendente, come se non aspettasse altro: “mi dica da che notaio e quando ci troviamo…”, recatomi poi a casa sua con lo statuto, per offrirle la presidenza dell’associazione, mi disse: “ o le vado bene come socia, o non se ne fa nulla, il presidente è lei…”.
Era il 2002, e per presentare la nostra associazione, e commemorare la Rotteri, mancata nel frattempo, allestimmo un spettacolo di arte varia intitolato “MiciAmici” al teatro Miela, messo generosamente a disposizione dalla cooperativa Bonawentura, che lo gestisce tuttora. Vi partecipavano valenti artisti triestini, capitanati da Ariella Reggio, altra illustre socia fondatrice, e per l’appunto, Margherita Hack.
MiciAmici è diventato un appuntamento atteso da tutti i gattofili, che si svolge ogni anno, circa a metà febbraio, e fino a questo 2013, vi ha sempre partecipato la Hack, con interviste, dichiarazioni ed anche esibizioni da cabarettista, che hanno sorpreso ed entusiasmato il pubblico. Indimenticabile il numero con l’imitatore Andro Merkù, che ne faceva un’imitazione perfetta, e con il quale scambiava i ruoli, la vera e la falsa professoressa Hack, lei si divertiva un mondo e lo spalleggiava con una verve da attrice consumata. L’anno scorso, invece, si è cimentata con il dialetto triestino, leggendo alcune poesie del veterinario Alessandro Paronuzzi.
Anche questo era Margherita Hack, la scienzata, la signora delle stelle!
Un altro aneddoto che illustra la sua personalità.
Per partecipare ad una edizione di MiciAmici, arrivò il giorno dopo avere subito l’estrazione di tutti i denti dell’arcata superiore. Io ero imbarazzatissimo, mentre lei salì sul palcoscenico con estrema disinvoltura, rispose alle domande della giornalista presentatrice e riprese il suo posto in platea fra gli applausi del pubblico. Pochissimi s’erano accorti che non poteva sfoggiare un sorriso da star, spiazzati dalla sua naturalezza.
Margherita arrivava a teatro poco prima dell’inizio dello spettacolo, occupava il suo posto in prima fila accanto al marito Aldo, il quale per prima cosa si informava sulla lunghezza dello spettacolo, lei mi chiedeva d’avvisarla quando doveva intervenire e se dalla platea o dalle quinte. Partecipava molto volentieri, senza mai interferire sulla realizzazione, disciplinata e disponibile come una principiante. Mai una critica, mai una rimostranza, solo apprezzamento. Era una protagonista con l’umiltà d’una comparsa. Che grande donna!
Fortunatamente siamo riusciti a renderle doveroso omaggio, ancora in vita, con l’istituzione del Premio “Margherita d’Argento”, per festeggiare il suo compleanno (12 giugno). Il premio consiste in un’opera grafica di un artista triestino, prima Marino Cassetti ora Aldo Usberghi, e di una targa ricordo, ed è destinato ad una donna che ha dimostrato di condividere le nostre finalità e l’amore per i gatti.
Speriamo così di perpetuare il più a lungo possibile il ricordo di Margherita Hack e la dimostrazione della nostra gratitudine per il suo grande insegnamento.
Margherita è stata una miniera di scienza, di libero pensiero, e una bandiera per noi che amiamo gli animali.
Uno dei suoi ultimi pensieri è stato per il marito Aldo, compagno di settant’anni di vita, per il suo ultimo cane Zachi, e per i suoi otto gatti. Tutti eguali, tutti sullo stesso piano d’importanza. E se lo diceva Margherita Hack…
Addio Marga, il tuo passaggio ha lasciato una grande scia luminosa, e, purtroppo, un vuoto incolmabile!
Giorgio Cociani