Margherita Hack, socia-fondatrice
“Ho sempre avuto una grande attrazione verso gli animali che forse mi è stata inculcata dal babbo. Fin da piccola mi portava a spasso in campagna, nei poderi dei contadini che si trovavano subito dietro la nostra casa alla periferia sud di Firenze, mi mostrava vari tipi di piante e fiori selvatici, e gli animali liberi sull’aia, galli e galline, oche, a volte anche maiali, i bovi attaccati all’aratro, le mucche e i cani, troppo spesso legati alla catena. I miei erano diventati vegetariani prima che io nascessi, seguaci di una filosofia indiana, la teosofia, che proclamava il rispetto per tutte le forme di vita. Allora, avrò avuto quattro o cinque anni, non sospettavo la triste fine che quasi tutti quegli animali avrebbero fatto”. Così scrive nel suo libro Il mio zoo sotto le stelle Margherita Hack, astrofisica fiorentina, nota non solo per il suo lavoro di ricercatrice, ma anche per il suo amore per gli animali. Gatti e cani le hanno fatto compagnia standole accanto mentre studiava o, molto più probabilmente, stando proprio fisicamente sopra suoi libri…
Margherita Hack a Trieste la conoscevano tutti. La chiamano Margherita, e basta. E se c’è una storia (non scientifica) che si racconta su di lei, quasi come fosse una leggenda metropolitana, è quella che riguarda la sua colonia di gatti all’Osservatorio Astronomico. Negli anni ’60 è stata direttrice dell’Osservatorio, quando ancora c’erano, nella sede storica, gli alloggi di servizio per i ricercatori. E lì, dove vivevano gli astrofisici, nei giardini, nei corridoi, negli alloggi di alcuni e negli uffici c’erano i “gatti di Margherita”, un’intera colonia nata e cresciuta con lei all’Osservatorio. Popolavano ogni zona dell’Osservatorio, pare, e così è stato almeno fino a quando Margherita è andata in pensione.
Margherita si dedicava alle sue due passioni: l’astrofisica e gli animali.
Leggi la prefazione di Margherita Hack del libro Il gattile e dintorni.